Contenuti
In questo articolo voglio portare all’attenzione quanti e quali siano le parti che intervengono – in qualsiasi tipo di relazione -affinché si possa rendere la nostra comunicazione efficace ed efficiente. Per farlo vorrei iniziare sintetizzando il significato della parola comunicare:
Dire qualcosa a qualcuno.
Concetto semplice e conciso… perfetto! Nell’atto pratico però, si presenta come un meccanismo più complesso e articolato, soprattutto se vogliamo che si concretizzi in modo ottimale.
Obiettivo che possiamo raggiungere se siamo capaci di sfruttare le principali forme di linguaggio, distinte ma complementari:
Linguaggio verbale
Il linguaggio verbale, com’è facile intuire, è quello basato sulle parole, ovvero quello che si dice.
Tanto nello scritto quanto nel parlato, il messaggio nascerà da un ragionamento consapevole, e quanto più si allineerà al nostro interlocutore, tanto più facilmente raggiungerà lo scopo. In altri termini, le parole che useremo saranno dedicate.
Durante un colloquio di lavoro, per esempio, il nostro lessico sarà più forbito, perché la situazione impone un’espressione formale. Diversamente, in un momento di relax con gli amici, dove saremo certamente più a nostro agio, utilizzeremo senz’altro un gergo più confidenziale.
Lo stesso discorso vale quando scriviamo.
In una lettera per la nostra fidanzata, le parole che useremo saranno – spero per voi – diverse da quelle utilizzate in una mail inviata a un cliente.
Linguaggio paraverbale
Il linguaggio paraverbale è riferito a come si dicono le cose.
Il tono della voce, il volume e il timbro, la velocità con cui ci esprimiamo, sono caratteristiche che incidono in modo sostanziale sul messaggio che stiamo trasmettendo.
Lo stato di consapevolezza, in questa fase, è minore, perché più istintiva.
Le emozioni prendono il sopravvento, facendoci perdere la padronanza e il controllo; le parole perdono forza e sostanza, passando quasi in secondo piano: il rischio di sortire un effetto diverso da quello atteso è alto.
Migliorare queste capacità è possibile, attraverso un costante allenamento oppure anche accedendo a corsi specifici.
E quando scriviamo?
Nella fase di scrittura, i problemi legati al volume, al timbro e alla velocità non esistono, ma in questo caso possiamo rendere l’idea del tono e del ritmo attraverso l’uso di una corretta punteggiatura e la scelta oculata di periodi più o meno lunghi.
Abbiamo anche un grande vantaggio, rispetto a quando parliamo, perché la possibilità di rileggere – anche più volte – ci permette di intervenire con le dovute correzioni.
Linguaggio non verbale
Per ultimo, ma certamente non meno importante, troviamo il linguaggio non verbale, la ciliegina sulla torta. Tra le tre forme, è la più influente nel rafforzare/avvalorare un messaggio, perché va oltre le parole, parla il nostro corpo.
La mimica facciale, i nostri movimenti, i gesti, la postura, le distanze e le interazioni col nostro interlocutore, addirittura il nostro modo di vestire, sono segni e segnali che influenzeranno l’efficienza e l’efficacia della comunicazione.
Si può dire che linguaggio non verbale e linguaggio paraverbale vadano a braccetto, perché entrambi sono un’espressione del nostro essere e non usano le parole. In comune hanno anche il fatto di essere influenzati dai sentimenti e dall’interferenza di un substrato inconscio che genera un livello minore di consapevolezza; per questo motivo sono spesso riuniti sotto un’unica famiglia (linguaggio non verbale).
Un giochino simpatico, per capire quanto la mimica facciale sia influente, è quello degli smile. Un compitino facile e divertente che da piccoli si fa a scuola per imparare le espressioni del viso.
Disegnate su un foglio 8 cerchi bianchi disposti su 2 righe, quindi 4 per riga.
Su tutti, fate due punti, ben marcati, che rappresentano gli occhi.
Ora fate la bocca, ma in due modi diversi, sulla prima riga con un arco che punta verso l’alto e in quella successiva con un arco rivolto verso il basso.
Ecco che abbiamo le prime due espressioni: felice e triste!
Il tocco significativo finale lo danno le sopracciglia, che potrete realizzare con due segmenti sopra gli occhi.
Fateli diversi su ogni singolo smile della prima riga: nel primo che puntano verso l’alto, nel secondo verso il basso, nel terzo disegnatele dritte, e nell’ultimo uno inclinato ed uno dritto.
Copiateli esattamente anche nelle faccine tristi… et voilà: ben 8 mimiche facciali diverse!
E sono solo dei semplici disegnini!
Il linguaggio non verbale si rivela altrettanto incisivo in fase di scrittura.
Un’affermazione che potrebbe stonare, dopo che l’ho definito un momento in cui parla il nostro corpo, in realtà, nella comunicazione scritta, esistono altri fattori che si relazionano con il linguaggio non verbale.
Prendendo come esempio una lettera, la scelta di scriverla a mano piuttosto che con il computer, influirà sull’impatto finale, sia da un punto visivo che tattile, e ciò conferirà un valore aggiunto da non trascurare.
Nella prima opzione, il tipo di carta pregiata che utilizzeremo, l’uso della penna stilografica invece che a sfera, la cura dedicata alla calligrafia, saranno tutte attenzioni che contribuiranno a dare un aspetto più personale e intimo.
Nel secondo caso, pur avendo un’infinità di font che simulano la scrittura, non potremo far altro che ottenere qualcosa di molto piatto!
Il computer ci offre però maggiori possibilità in fase d’impaginazione, permettendoci di avere un documento più strutturato.
Un volantino, un menù, un pieghevole, una rivista o semplicemente un biglietto da visita, necessitano di un’attenzione maggiore. Il progetto dovrà tenere in considerazione la tipologia di font e l’uso delle sue varianti, la gestione dei colori e delle proporzioni col bianco e soprattutto l’impiego delle immagini, che doneranno un aspetto accattivante e ad alto impatto visivo.
Conclusioni
Al termine di questa lettura possiamo facilmente intuire come l’esperienza visiva sia importante, e attraverso le percentuali capiamo effettivamente quanto incida… e i numeri non mentono.
Scopriamo così che:
- Linguaggio verbale = 7%
- Linguaggio paraverbale = 38%
- Linguaggio non verbale = 55%
E questo perché noi, esseri umani, percepiamo la realtà attraverso i cinque sensi:
- Vista: 83%
- Udito: 11%
- Olfatto: 3,5%
- Tatto: 1,5%
- Gusto: 1%
Abbiamo quindi affinato la conoscenza delle principali forme di comunicazione e di quanto incidano sul risultato di una comunicazione efficace ed efficiente:
- Abbiamo compreso quali sono le differenze e quanto sono strettamente legate ai livelli di consapevolezza;
- Abbiamo capito quanto, sentimenti e sensazioni, influiscono e interagiscono nel processo di comunicazione;
- Ci siamo resi conto come diversi atteggiamenti del nostro corpo aggiungano ulteriori informazioni al significato delle nostre parole.