Chi sono…

Diego Greggio
Mi chiamo Diego Greggio e sono un graphic designer freelance. Sono nato a Bergamo nel gennaio del 1968. Ho iniziato lavorando nella tipografia di mio zio... esistevano la camera oscura, le pellicole, i fogli acetati per il montaggio e la colla spray. Poi, nel 1987, il primo Mac... e da quel giorno è cambiata la mia vita! Tutto quello che si faceva in diverse ore di tempo, adesso era possibile farlo in pochi minuti... e la creatività ha goduto della stessa libertà dell'immaginazione.

Nel mio breve riassunto biografico ho citato Bergamo come città natale, ma ho iniziato a viverci solo all’età di 13 anni: i miei primi 11 li ho trascorsi a Belluno e i successivi a Vicenza. Fin da piccolo però, quando la mia famiglia veniva a far visita ai parenti, io ero affascinato dall’attività dei miei zii: una tipografia.

Passavo molto tempo da loro, incantato dalle macchine rotative e dal profumo della stampa. All’inizio giocavo semplicemente, disegnando su grandi fogli di carta, fino a quando non scoprii la camera oscura, dove avveniva la magia: tutto si trasformava e prendeva una forma diversa.

Quando i miei genitori si trasferirono definitivamente a Bergamo, frequentavo la terza media. Quelli che seguirono furono anni travagliati, alla ricerca della scuola superiore giusta: la mia unica certezza era che ero bravo in matematica. Così, dopo qualche anno di Ragioneria e qualche altro di Elettronica… divenni maggiorenne.

Proprio in quel medesimo periodo i miei zii, la cui attività proseguiva a tal punto bene che si erano trasferiti in una location più grande, avevano bisogno di nuovi operai: l’assunzione non è arrivata assolutamente per favoritismi parentali, ma dopo aver affrontato insieme ad altri candidati un periodo di dura prova… brillantemente superata!

É iniziata così la mia vita professionale come apprendista reparto incisa: un lavoro mentalmente intenso e faticoso, dove certi errori potevano compromettere ore ed ore di attività, soprattutto se si pensa che allora non c’erano i computer!

Potete quindi immaginare la rivoluzione quando, nel 1990, è arrivato il primo Mac in azienda: i lavori che prima richiedevano giorni per essere portati a termine, in poche ore erano belli che finiti. Il tempo recuperato ha così dato sfogo alla creatività, non più costretta nella complessità esecutiva precedente, ma finalmente libera di spaziare. Passavo nottate a scoprire ed imparare nuovi software, che davano maggiore potenza alle mie idee.

Negli anni successivi, grazie al mio impegno e alla mia costanza, sono arrivato ad affiancare diverse realtà imprenditoriali. Dalla tipografia sono passato allo studio grafico, che condivideva gli uffici con uno studio tecnico: altra occasione presa al volo, che mi ha dato la possibilità di imparare ad usare diversi programmi di progettazione CAD, nello specifico Radar/Ch, poi diventato ArchiCAD.

Questa nuova skill mi ha permesso, anni dopo, di collaborare con una ditta fornitrice di beni strumentali e servizi per i farmacisti, dove oltre alle mie competenze grafiche ho potuto utilizzare anche quella ulteriore abilità, realizzando diverse soluzioni d’arredo. Al suo interno, inoltre, sono diventato responsabile del “Progetto Visual”, costituito da una rivista specializzata di settore, cartelli vetrina e video-informazione all’interno delle farmacie: dai temi stagionali riportati negli articoli estrapolavo informazioni che venivano poi messe in evidenza nelle grafiche in vetrina e nelle videoclip. Insomma, un vero e proprio percorso comunicativo incentrato sulla comunicazione efficace ed efficiente.

Per garantire uniformità grafica al Progetto Visual, ho coordinato il reparto grafico della rivista D&T – Diagnosi & Terapia direttamente presso la sede di Genova, realizzando una nuova impaginazione del magazine, più impattante rispetto al precedente taglio da dispensa tecnica.

Altro passaggio fondamentale della mia vita lavorativa è stato… quando l’ho interrotta! Proprio così: mi sono preso il lusso di vivere una sospensione da quello che era il mio campo specifico e per sei anni ho fatto l’istruttore subacqueo, l’altra mia passione. Un lavoro stagionale – da aprile a ottobre – che pur essendo completamente diverso dalla mia attività di grafico mi ha portato notevoli benefici, sia dal punto di vista umano che lavorativo.

L’incontro con centinaia e centinaia di persone diverse è un’opportunità unica per migliorare le proprie abilità relazionali e – nel caso specifico della subacquea, dove esistono tante paure – per affinare la sensibilità e la capacità di riconoscerle, nonché di risolverle attraverso forme di comunicazione adeguate. Per ultimo, ma non meno importante, è stato l’occasione per nuove proposte lavorative, proprio nella grafica.

Ecco chi sono!

pillole dal mio blog…

4. Branding: struttura del brand

Scopriamo la struttura del brand attraverso una semplice e chiara chiacchierata così che tutti possano comprenderlo.

2. Branding: i giusti pezzi

Continuo ad usare l’esempio del puzzle per aiutare a rendere comprensibile a chiunque legga il significato di Branding.

3. Branding: vision e mission

Punto di partenza per la costruzione di un brand.
Pochi concetti per spiegare cosa sono e il ruolo importante che hanno vision e mission.

1. Il Branding è per tutti!

Il primo di una serie di articoli per rendere comprensibile quello che spesso viene condito con paroloni che non tutti comprendono: il branding.

Processo di comunicazione

Il processo di comunicazione, ovvero tutte le sfaccettature che intervengono affinché il nostro messaggio venga capito chiaramente.

Logo, brand e branding

Con un linguaggio semplice e comprensibile capiamo quali sono le differenze di questi tre termini così importanti per il nostro business.

La comunicazione è vita!

Un volo pindarico attraverso l’evoluzione dell’uomo per scoprire quanto la comunicazione sia il fulcro dell’intera esistenza, perchè la comunicazione è vita!

Comunicazione efficace ed efficiente

Comunicare: dire qualcosa a qualcuno. Ma per ottenere una comunicazione efficace ed efficiente c’è bisogno di prestare attenzione a tante “piccole” sfumature.

…e dal mio portfolio.

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