Sono partito introducendovi amichevolmente alla scoperta del branding, poi mi sono soffermato sull’importanza di farvi riconoscere ed infine vi ho lasciato uno spunto di riflessione per avere una nuova chiave di lettura. Ora vorrei chiudere il cerchio dando un senso al tutto.
Struttura del brand
Fondamentale è chiarire subito una cosa: brand e marchio non sono la stessa cosa! La traduzione letterale dall’inglese è assolutamente corretta, ma il termine brand nel tempo ha assunto un significato ben più ampio, tanto che adesso è giustamente associato a marca.
«Ho comprato della pasta di marca». «De Cecco?». «No, Barilla!».
Con questo esempio riusciamo a comprendere le differenze e il significato di brand, marchio ed infine branding; ed ora vi spiego perché. Il più evidente è quello che brand o marca – nello specifico De Cecco e Barilla – racchiudono un potere non indifferente: quello di evocare il ricordo sia d’un nome, identificato dal marchio, ma anche di una parte intangibile, emozionale, che gli ha portato notorietà, reputazione e riconoscimenti. Come si riesce ad ottenere questo? Con il branding, che agisce con coerenza e costanza nel rispetto della vision e della mission.
Tutto si può schematizzare nel seguente modo:
Siamo giunti alla fine del nostro viaggio alla scoperta del branding. Questo non significa che siete diventati degli specialisti, è impensabile ? , ma avrete senza alcun dubbio una visione più chiara del percorso che dovreste intraprendere per rafforzare la vostra immagine ed ottenere credibilità e riconoscenza. Quest’ultima lettura non vi aprirà le porte del successo, quello dipende quasi esclusivamente dal valore assoluto di quello che offrite, prodotto o servizio che sia. Il branding è un processo indispensabile per farvi emergere e diventare convincenti, ma se non avete nulla da proporre per soddisfare un bisogno… non fa miracoli!